DIRETTRICE ROMA - AREA COSTIERA E LITORALE ROMANO

Tra Roma e il mare: vie di accesso alla città e linee di costa

Il territorio della costa laziale compreso tra Roma e il mare è dominato dalla pianura deltizia del Tevere, secondo fiume d’Italia e con la portata maggiore dei fiumi della costa tirrenica.

Elementi del paesaggio

Elementi del paesaggio

Avanzamenti della linea di costa e sistemi di permanenze antichi e passati

Il delta del Tevere, composto da depositi marini, dunali, lagunari e alluvionali, si è creato per la sua stessa presenza. Il carico solido del fiume, l’entità e le direzioni delle correnti marine in aggiunta alle variazioni del livello del mare hanno determinato un lento e progressivo avanzamento della linea di costa rimarcato, fase per fase, dall’attuale posizione dei reperti archeologici riferiti ad epoche diverse. Procedendo dalle prime pendici collinari di Ponte Galeria verso il mare, si possono infatti distinguere tracce degli antichi sistemi infrastrutturali costieri di accesso a Roma che ruotavano intorno al porto fluviale di Ostia prima (V-I sec. a. C.), e a quelli di Claudio e Traiano poi (I sec. a.C. – IV sec. d.C.); dei sistemi difensivi composti da numerose torri e borghi fortificati (per es., l’Episcopio di porto presso l’attuale Borgo Santa Lucia o l’insediamento di Gregoriopoli presso Ostia Antica) che tra Medioevo ed epoca moderna sembrano aver scortato anche il corso del Tevere in direzione di Roma.

Elementi del paesaggio

Influenze dei complessi vulcanici: morfologie, risorgive e solfatare

L’ambiente deltizio del Tevere, generalmente caratterizzato dall’interazione tra mare e reticolo fluviale, è anche influenzato dall’attività di due grandi edifici vulcanici laziali: il vulcano sabatino a Nord e il vulcano laziale – o Colli Albani – a sud del Tevere. L’interazione tra la sedimentazione vulcanica, l’incisione fluviale e le variazioni del livello marino ha dato luogo alla tipica morfologia della campagna romana che, dai terrazzi costieri sabbiosi in poi, caratterizza questo ambito territoriale: colline a sommità vulcanica pressoché pianeggianti sostenute da versanti ripidi e scoscesi. Oltre alle forme del paesaggio collinare, in tutta la pianura deltizia sono identificabili testimonianze dell’influenza degli edifici vulcanici. Nel corso delle recenti indagini archeologiche connesse alla realizzazione della Nuova Fiera di Roma, sono stati rinvenute tracce di polle di acque termali risorgive profonde anche alcuni metri già attive in età repubblicana. La distribuzione irregolare e la dimensione variabile in un ambiente allora tendenzialmente paludoso e instabile, la discontinuità della loro attività, sono elementi che hanno profondamente condizionato tracciato e caratteri costruttivi della via Portuense antica, vera e propria antesignana delle nostre autostrade e via di accesso rapida e privilegiata alla Roma Imperiale.
Manifestazioni sulfuree caratterizzano ancora oggi il territorio in prossimità del Tevere. Risalendo il corso del fiume, nella Riserva Naturale di Decima Malafede, tra la via Pontina e la via Laurentina, si trova la Solforata di Pomezia. Il colore rosso e bianco dei laghetti e la risalita di zolfo sottoforma di bolle che caratterizzano questo geosito hanno fatto sì che in epoca romana, ben prima del più recente sfruttamento per la coltivazione mineraria dello zolfo, quest’area fosse considerata sacra , più precisamente coincidente con la mitica Albunea, ricordata nelle pagine dell’Eneide virgiliana. Qui doveva essere il santuario dove il dio Fauno sarebbe apparso al Re Latino per annunciare l’arrivo di Enea.

Elementi del paesaggio

Storia e natura: ambienti e paesaggi contemporanei

Le condizioni ambientali e le risorse primarie di questo sistema paesaggistico e territoriale hanno determinato l’alternarsi, nel tempo, di differenti usi e sfruttamenti del suolo. La ricchezza di ambienti naturali e seminaturali contemporanei accomunati da elevati valori ecologico-ambientale e dalla presenza – spesso invisibile – di un immenso e significativo patrimonio storico e archeologico hanno mosso l’istituzione della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Dalla linea di costa al Grande Raccordo Anulare, il Parco protegge e valorizza quasi 16.000 ha di territorio in cui si alternano, seguendo ancora una volta secondo una scansione per fasce parallele perpendicolari al corso del Tevere, ambienti e paesaggi molto diversi, testimonianze viventi della storia ambientale e culturale di questo territorio. in breve:

  • la fascia costiera, caratterizzata dalla concentrazione numerica e spaziale di ambienti originari della costa laziale e tirrenica: residui di dune mobili con vegetazione pioniera (per es., le dune di Palidoro), lembi di boschi costieri e formazioni di macchia, ambienti umidi retrodunali di origine naturale (per es., le piscine di Castel Fusano e Castel Porziano, i prati umidi temporaneamente allagati della foce tiberina, le piscine degli antichi “Tumuleti” di Bocca di Leone, a Fregene) e boschi igrofili in corrispondenza degli ambienti fluviali di foce; 
  • i corsi d’acqua naturali (fiume Tevere, fiume Arrone) e artificiali (collettori e canali di bonifica), che rappresentano i principali elementi di connessione ecologica tra gli ambienti costieri e le aree agricole interne di pianura e di collina; 
  • le aree agricole di bonifica, habitat maggiormente minacciato dalla diffusione urbana contemporanea, dalla progressiva industrializzazione dei sistemi di coltivazione. Anche alcune recenti sostituzioni colturali connesse al cambiamento climatico aumentano il rischio di alterazione di un consolidato equilibrio stabilito tra gli elementi di questo paesaggio agrario storicizzato: ampie aree a seminativo ed aree umide artificiali, incolti umidi, e numerosi elementi di micro-connessione ambientale (reali o potenziali) rappresentati dalla fitta rete di canali, filari alberati e siepi.

Elementi del paesaggio

Profilo storico-archeologico

Il territorio costiero, prevalentemente pianeggiante, che si apre a nord e a sud del delta del Tevere costituiva in antico – come ancora oggi – il naturale sbocco di Roma verso il mare, rivestendo un ruolo fondamentale nella storia della città, dalle origini mitiche alla sua affermazione come potenza militare e commerciale. Lungo questo breve tratto di costa si trovano 4 delle 30 città che popolavano il Latium vetus, la regione storico-geografica anticamente abitata dai Latini. Lungo questo tratto di costa, un tempo paludosa e inospitale, posta alle propaggini occidentali dei Colli Albani è ambientata la saga di Enea raccontata da Virgilio che qui colloca lo sbarco dell’eroe legando il suo nome ai siti di Ardea, Laurentum e soprattutto Lavinium, fondata dall’esule troiano. Alla foce del Tevere è anche l’antica colonia romana di Ostia, creata secondo la tradizione letteraria dal re Anco Marcio (fine del VII sec. a.C.) per sfruttare le vicine Salinae. Da questo centro deriva il nome della via Ostiensis, realizzata nel IV sec. a.C. seguendo probabilmente un tracciato più antico. Il territorio era inoltre attraversato dalla più antica via Campana che raggiungeva le Saline alla foce del Tevere proseguendo sulla riva destra del fiume la via Salaria, diretta invece verso il territorio interno della Sabina. La strada condivide parte del suo percorso con la più recente via Portuense realizzata per collegare l’Urbe a Portus, il nuovo porto realizzato dall’imperatore Claudio nel 42 d.C., che garantiva un costante afflusso di merci e beni tra la città e il bacino del Mar Mediterraneo.